domenica 16 giugno 2013

Introduzione al blog

Cominciando con una breve premessa ho parlato, in questo blog, di vari aspetti della guerra:

Sono partito da argomenti più leggeri come "If it was a painting", dove immagino il tema del blog rappresentato da un famoso quadro, passando per "Le copertine e il tema della guerra", per "La guerra e i francobolli" e creando infine un "Abecedario". Questi post vanno visti più come esercizi, come metodi per pensare al tema scelto in modo più originale e per prendere spunti su post successivi.

Come "Test Rig" ho usato il libro "Un Anno sull'Altipiano" e da esso ho tratto vari spunti e citazioni per trattare argomenti come:
Arte e storia della Cartografia;
Evoluzione delle razioni e Il cibo in "Un anno sull'Altipiano";
L'inevitabilità della guerra e l'illusione della pace;

Ho affrontato anche lati propriamente più tecnici come:
Camouflage, dove parlo dell'uso delle mimetiche nei primi anni del '900 e la loro origine;
Armi atomiche e deterrenza nucleare con un approfondimento sulla famosa foto "Earthrise";

In ogni post ho sempre cercato di creare il numero più grande possibile di link esaustivi ad altre pagine, compresi i blog dei miei colleghi, di trarre citazioni dal libro letto e di non creare mai post troppo lunghi per renderli più "digeribili" a chiunque abbia voglia di leggerli.
Se questo post segna la fine del blog, inteso come lavoro utile e interessante da affiancarsi al corso di "Storia della Tecnologia" tenuto dal professore Vittorio Marchis, io non mancherò di creare altri post per chiunque abbia voglia di leggerli.
Per altri blog come questo, creati dai miei colleghi, ma con temi differenti, vi riporto a questa pagina.

Earthrise



"This capture, taken by astronaut William Anders of the 1968 Apollo 8 mission to the moon, has been deemed “the most influential environmental photograph ever taken,” by nature photographer Galen Rowell. The photo was so influential that when it was originally published, it helped inspire the formation of the United States’ Environmental Protection Agency (EPA) in 1970. Since then, the photo has a served as a symbol of mankind’s unity; a reminder that although we come from "all corners of the world," we still all come from the world, our beloved Earth.

An illuminated Earth resting alone in the void of space shows just how secluded and precious our planet truly is. The image exemplifies that although we are most likely not alone in this universe, we are definitely far, far away from other celestial bodies, given the technology that existed in 1968 and also our current means of technology.

Earthrise shows that we are delicate, unique creatures living on a delicate and unique planet. Carl Sagan once said, “Every one of us is, in the cosmic perspective, precious. If a human disagrees with you, let him live. In a hundred billion galaxies, you will not find another.” Just as he was commenting on mankind, this idea can also be attributed to the existence of Earth. Though there may be planetary bodies that are similar to ours, Earth is, in the cosmic perspective, precious."

--Pete D

Photo Credit:
William Anders, NASA
References:
1. http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_102.html
2. http://blog.epa.gov/blog/2009/07/science-wednesday-earthrise/
3. http://www.carlsagan.com/


sabato 15 giugno 2013

Armi atomiche e deterrenza nucleare

6 Agosto 1945, ore 8:16, viene scanciata la bomba atomica  "Little Boy" sulla città giapponese di  Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti causati dagli ordigni, per le implicazioni etiche comportate dall'utilizzo di un'arma di distruzione di massa e per il fatto che si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi, i due attacchi atomici vengono considerati gli episodi bellici più significativi dell'intera storia dell'umanità.

Hiroshima dopo il bombardamento
Questi ordigni vennero creati grazie al "Progetto Manhattan". La direzione scientifica del Progetto venne affidata al fisico Robert Oppenheimer e il coordinamento gestionale-amministrativo fu affidato con pieni poteri al Generale Leslie Groves, Uno dei direttori tecnici di tale progetto fu il famoso fisico italiano Enrico Fermi.



La reazione nucleare a catena indotta da neutroni, in una massa di 235U avviene secondo uno schema di questo tipo:
235U + n → 236U "instabile" → 141Ba + 92Kr + 2/3 n + 211,5 MeV


La quantità di energia rilasciata dalle reazioni nucleari è molto più grande di quella delle reazioni chimiche in rapporto alla quantità di materia coinvolta. L'energia di legame all'interno dei nuclei (interazione forte) è molto più intensa di quella che lega tra loro gli elettroni esterni di due atomi. L'energia di legame all'interno dei nuclei è una misura di massa. Nel principio di equivalenza E=mc², poiché il secondo termine dell'uguaglianza è una grandezza enorme (a causa del valore della costante "c", la velocità della luce nel vuoto, pari a 299 792 458 m/s) l'energia "E" risulta enorme in confronto ad una piccola massa "m".

La potenza distruttiva però non è l'unica grande peculiarità di questa arma. Anzi, sarebbe meglio dire che proprio la sua grande potenza distruttiva gli conferisce un potere ancora più grande. Quello della deterrenza.

« Deterrence is the art of producing in the mind of the enemy... the fear to attack. »
(Dottor Stranamore, Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba)
In particolare, le deterrenza nucleare sarà la causa della Guerra Fredda. Temendo un nuovo conflitto mondiale, temendo un conflitto nucleare, temendo l'estinzione, dispute ideologiche tra super potenze, come quelle fra USA e Russia, si sono risolte in campo tecnologico, o con sostegni per conflitti locali ad una fazione o ad un'altra. Quale esempio migliore della corsa allo spazio che iniziò dopo il lancio dello Sputnik 1 sovietico il 4 ottobre 1957.

I razzi Sojuz sovietici come quello rappresentato
sopra divennero i primi mezzi affidabili per
raggiungere l'orbita terrestre
Fra i traguardi più alti raggiunti da questa corsa ricordiamo:

Il primo uomo nello spazio:
Il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin divenne il primo essere umano a raggiungere lo spazio quando entrò in orbita terrestre sulla navetta Vostok 1 il 12 aprile 1961, un giorno che viene ricordato ancora oggi in Russia come festa.

Il primo uomo sulla Luna:
La missione Apollo 11 fu la prima a portare un essere umano sulla superficie della Luna il 20 luglio 1969. Fu anche la quinta missione con equipaggio del programma Apollo. (NASA - USA).
Apollo 11 fu stato lanciato con successo da un razzo Saturn V partito dal Kennedy Space Center il 16 luglio 1969 alle 09:32:00 ora locale ed entrò nell'orbita 12 minuti dopo.

L'equipaggio dell'Apollo 11 era composto da:
Neil Armstrong, comandante e primo uomo a camminare sulla Luna
Michael Collins, pilota del modulo di comando
Buzz Aldrin, pilota del modulo lunare

Appena atterrati sulla superficie del nostro satellite, Neil Armstrong dirà la famosissima frase:
« Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità. ».

Come se le implicazioni tecnologiche di tale traguardo non fossero abbastanza, durante le missione venne anche scattata questa foto:

Earthrise

Quelle frasi, queste foto, ispireranno una generazione di sognatori in tutto il mondo.

Ma, come ho già detto, non era un periodo di pace, ma di guerra. Le tensioni quindi non mancarono e minacciarono di far scoppiare un conflitto molto più "caldo". La massima tensione si ebbe per la crisi missilistica di Cuba.

Ecco però che entrano in gioco vari trattati per la riduzione delle armi, come gli accordi SALT e START.

Tornando a parlare del presente, il mondo non è privo di conflitti, tutt'altro. Il Medio-Oriente è teatro di sanguinosi scontri e rivolte di cui sentiamo parlare puntualmente nei TG. Però il potere deterrente delle armi nucleari ha scongiurato un grande conflitto e ha anche portato risvolti positivi. Questo a testimonianza che, sebbene non faccia parte degli istinti dell'uomo, combattere guerre fredde è possibile e magari anche meno nocivo. 

Una pace mondiale e duratura e difficile da immaginare, ma non fa male pensare che nonostante tutto sia possibile, anche ad alti costi.

domenica 9 giugno 2013

L'inevitabilità della guerra e l'illusione della pace

Nel XXV capitolo de "Un Anno sull'Altipiano" degli ufficiali discutono su di un "ammutinamento" avvenuto qualche ora prima e velocemente represso.
Uno di essi in particolare si trova in disaccordo con quanto detto, mostrando il suo odio verso quella guerra, con frasi come:
OTTOLENGHI: "Ufficiale o soldato, io sono sempre obbligato a fare il militare. E poiché non vi è scampo, la guerra io preferisco farla da ufficiale."
AVELLINI: Tu hai prestato giuramento, come ufficiale. O le cose che tu dici, non le dici sul serio, oppure il giuramento che hai prestato non è serio.
OTTOLENGHI: Ben inteso, non è serio. Da ufficiale o da soldato è giocoforza giurare, sia con giuramente individuale o collettivo. Se io non giuro da ufficiale, debbo giurare come soldato. Ed è lo stesso. Le leggi del nostro paese non dispensano che i cardinali e i vescovi dal servizio militare. Il giuramento non è che una formalità alla quale siamo costretti dal servizio militare obbligatorio.
[...]
OTTOLENGHI: Oseresti sostenermi che, se mi prende con la forza contro ogni mia volontà, con le armi alla mano, e mi si impone di giurare, io i disonoro, se giuro con il proposito di non osservare il giuramento?
Dopo che l'ufficiale Ottolenghi ha illustrato la sua idea di combattere contro il potere e marciare fino a Roma:
COMANDANTE DELLA 10: Se tu farai marciare l'esercito a Roma, credi tu che l'esercito tedesco e quello austriaco resteranno fermi in trincea? O credi che, per far piacere al nostro governo del popolo, i tedeschi rientreranno a Berlino e gli austro-ungarici a Vienna e a Budapest? [...] Se non ci fossimo opposti agli imperi centrali, oggi, in Italia e in Europa, marceremmo tutti a passo d'oca e a suon di tamburi.
[...]
Le ragioni ideali che ci hanno spinto alla guerra son venute forse a mancare perché la guerra è una strage? Se noi siamo convinti che dobbiamo batterci, i nostri sacrifici sono compensati. Certo, noi siamo tutti stanchi e i soldati ce lo hanno proclamato ad alta voce oggi. Ciò è umano. A un certo punto, ci si scoraggia, si pensa solo a noi stessi. L'istinto di conservazione ha il sopravvento. E la maggior parte vorrebbe veder finita questa guerra, finita in qualsiasi modo, perché la sua fine significa la sicurezza della nostra vita fisica. Ma, è ciò sufficiente a giustificare il nostro desiderio? Se così fosse, un pugno di briganti non ci avrebbe perennemente in suo arbitrio, impunemente, solo perché noi abbiamo paura della strage? Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l'ingiusta violenza si potesse sempre imporre senza resistenza?
Da questo scambio di battute si possono scorgere diversi temi interessanti. Uno fra tutti la leva obbligatoria. I soldati erano letteralmente costretti alla vita militare, abbandonando tutti gli affetti. A lungo si potrebbe discutere su i pro e i contro di una leva obbligatoria. Ma ciò che maggiormente mi preme è l'obbligatorietà della guerra. Come afferma il Comandante della 10, certe volte bisogna andare in guerra, per "difendere la moralità delle proprie idee, anche a rischio della vita".
Se siamo costretti a scendere in guerra per difendere i propri ideali, ciò in cui si crede, e ancor di più le persone che amiamo, si può davvero dire che la guerra sia evitabile? Per rispondere a tale domanda si dovrebbe scavare a fondo nell'animo degli essere umani, chiedersi perché tali azioni sono state necessarie, perché qualcuno ha messo in pericolo la "pace"? E ancora, perché queste dispute si tentano di risolvere ancora oggi sul campo di battaglia?
Queste domande non sono di facile risposta. Persino la pace sopraggiunge soltanto dopo un periodo di guerra. Il primo testo nella storia riguardante un trattato di pace è il Trattato di Qadeš, stipulato tra egiziani e ittiti, dopo la conclusione di un sanguinoso conflitto che non si era potuto risolvere sul campo di battaglia in quanto i due eserciti si eguagliavano in numero e in abilità.
Detto questo, rimane da chiedersi se una pace eterna possa veramente esistere e, se la risposta fosse positiva, a che prezzo la si otterrebbe.

Nel videogioco "Metal Gear Solid: Peace Walker" si parla molto di questo tema.
Fra i personaggi principali troviamo Paz (letteralmente traducibile in "pace") che dirà , nella parte finale del gioco:

"When all is said and done, peace is nothing but a fantasy! A game's a game! You either win, or you lose! All you can do is fight!"

Paz's title card in Peace Walker


venerdì 7 giugno 2013

Tiriamo le prime somme

Essendo vicino al "completamento" del blog è ora di fare un breve excursus di cosa è stato fatto e di quel poco che manca da fare.

Il tema principale del blog è ovviamente la guerra. Essa ha molte sfaccettature, tecnologiche e non. Io, tra i vari post ho approfondito:

La relazione tra guerra e cibo: parlando dell'evoluzione delle razioni e della tecnologia che ha portato all'uso di celle per il mantenimento del cibo a temperature inferiori allo 0°C.
Ho fatto anche delle citazioni all'uso delle razioni e al cibo in generale traendole dal libro "Un anno sull'Altipiano", come in questo post.

La relazione tra uomo e soldato, tema a me caro, che avrò modo di riprendere in post futuri.

Ma anche aspetti più pratici della guerra come la cartografia, l'evoluzione delle mimetiche o il passaggio dal trabocco al cannone.

L'ultima tema da affrontare è quello di analizzare come si sia evoluta in generale la guerra e, sopratutto, cosa possiamo aspettarci dal futuro.

Dal trabocco al cannone


Il "trebuchet", o trabocco, è una delle macchine da guerra più gigantesche sviluppate nel Medioevo. Funzionante come una fionda e mossa per l'azione di un contrappeso, poteva anche far ricorso all'azione di balestre e della forza umana per vincere l'attrito del proietto sul piano, nella prima fase di lancio. La macchina poteva raggiungere un'altezza di 10-15 metri ed era in grado di scagliare massi di alcuni quintali a più di 200 metri di distanza. (de Viollet-le-Duc, 1978)
Il trabocco non cambiò soltanto il significato della parola assedio nel Medioevo, ma spinse governanti a far costruire mura sempre più alte, in modo tale da respingere i giganteschi massi, o peggio carcasse in via di putrefazione, lanciate dai trabocchi. Villard de Honnecourt descrisse un dispositivo atto a migliorarne l'efficienza, ossia una sorta di arco a balestra che, teso con un argano, fornisce, nella prima parte della corsa della fionda a contatto con il terreno, una forza supplementare.

Pagine del Livre de portraiture di Villard
de Honnecourt sul trabocco

Per quanto esso fosse un'arma molto potente e micidiale, venne completamente sostituito da un'altra tecnologia: il cannone.


Dopo il suo avvento cominciarono a comparire mura decisamente più basse ma, in compenso, più spesse, capaci quindi di sostenere l'immane potenza di un impatto con qualunque cosa uscisse dal cannone.



Storicamente i cannoni erano costituiti da una bocca da fuoco dotata di due protuberanze laterali dette "orecchioni", tramite le quali essa veniva "incavalcata" sull'affusto. L'affusto era dotato di apposite ruote per i pezzi "da campagna" destinati alla guerra di movimento. Gli orecchioni erano disposti all'incirca sul baricentro della bocca da fuoco per ovvi motivi di stabilità. Questa disposizione permetteva una scarsa escursione in elevazione che però era sufficiente al tiro diretto a corta distanza, unica possibilità di allora.
Nel corso del XIX secolo i cannoni ebbero un'evoluzione che li portò alla morfologia attuale, in pratica si trattò di tre modifiche che, nei confronti dei cannoni dell'inizio del secolo, furono rivoluzionarie:
  • miglioramento dei materiali: da bronzo e ferro ad acciaio e ghisa e successivi affinamenti dell'acciaio
  • passaggio dall'avancarica alla retrocarica
  • passaggio dalla canna ad anima liscia alla canna rigata
Questi tre fattori, assieme a decisivi miglioramenti delle polveri da sparo, ebbero come conseguenza:
  • maggiore gittata
  • maggiore celerità di tiro
  • maggiore precisione del tiro

Questo è un chiaro esempio di come, di pari passo con l'evoluzione tecnologica delle armi, si evolva anche la tecnologia di "difesa" dalle stesse. Ritengo però che si sia arrivati in un punto della storia in cui queste difese sono totalmente inutili contro un certo tipo di armi devastanti, quali gli ordigni nucleari. Forse questo è un ennesimo motivo atto a spiegare il perché si sia evitato, fino ad oggi, lo scoppio di un nuovo conflitto mondiale.

venerdì 31 maggio 2013

Camouflage

La mimetizzazione è diventata una parte essenziale delle moderne tattiche militari grazie all'aumento in precisione e rateo di fuoco delle armi alla fine del diciannovesimo secolo. Nonostante il comprovato valore della mimetizzazione, fino al ventesimo secolo, gli eserciti tendevano ad usare colori accesi e vistosi. Questi dovevano avere la funzione di spaventare il nemico, facilitare la coesione delle unità e aumentarne l'identificazione in caso di scarso visibilità, nonché evitare il fuoco amico.
Quando gli scontri a fuoco richiesero un maggiore accorgimento sotto questo punto di vista, cominciarono a comparire i primi esempi di mimetizzazione.
Le mimetiche color "khaki" diventarono di uso standard sia per l'esercito britannico che per il "British Indian Army".

Lieutenant-General Arthur Percival con mimetica Khaki Drill

Questo però non avvenne per l'intero esercito britannico sino al 1902 con la Seconda Guerra Boera.

Esercito inglese durante la Seconda Guerra Boera
Anche l'esercito degli Stati Uniti cambio le uniformi nello stesso colore di quelle britanniche lo stesso anno. L'esercito italiano usò la mimetica "Grigio-Verde" nei reparti alpini dal 1906 e nel resto dell'esercito dal 1909 in poi.

Mimetica italiana



Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la Francia era l'unica super potenza ad usare ancora vistose uniformi tradizionali.

Tralasciando la storia della mimetizzazione, la ricerca di colori sintetici ha dato via all'industria chimica per i colori. Molto spesso, i materiali usati, non erano degradabili e quindi molto inquinanti. Sto parlando dei composti azotati.
Struttura della purina, eterocliclo aromatico
ad anelli condensati precursore delle
basi azotate adenina e guanina.

Questa branca della chimica non fu importante solo per i colori sintetici, ma anche per la creazione di concimi  ed esplosivi. 

Per quanto riguarda i concimi:
"Per le piante l'azoto è un elemento essenziale. Mediamente più di un sesto delle proteine della pianta è costituito da azoto. È inoltre presente nella Clorofilla, negli acidi nucleici, nei glucosidi e negli alcaloidi.

Il livello produttivo della coltura è primariamente condizionato dalla disponibilità d'azoto nel suolo. Esso stimola l'accrescimento delle piante e determina una presenza abbondante di clorofilla nelle foglie.

Nella forma nitrica viene assorbito velocemente dalle piante e i risultati sono visibili a breve termine. Tuttavia ha il grave difetto di presentare un'elevata dilavabilità, raggiunge cioè molto velocemente gli strati più profondi del terreno, diventando inutilizzabile ed andando ad inquinare la falda acquifera.

La carenza d'azoto provoca accorciamento del ciclo biologico della pianta, clorosi fogliare, crescita lenta e stentata, produzioni basse. L'eccesso d'azoto provoca squilibri nel ciclo biologico della pianta, scarsa lignificazione dei tessuti, con conseguente predisposizione ad avversità soprattutto parassitarie, eccessivo rigoglio vegetativo con consumi idrici più intensi, accumulo di nitrati nelle foglie; inoltre, come accennato precedentemente, l'eccesso di azoto nel terreno aumenta il rischio d'inquinamento delle falde acquifere."

 Per quanto riguarda gli esplosivi non si può non parlare della nitroglicerina. Fu sintetizzata dall'italiano Ascanio Sobrero.

Ascanio Sobrero
Sull'esplosivo:
"La nitroglicerina a temperatura ambiente è un liquido oleoso da incolore a giallo (quando è poco pura) che si decompone facilmente diventando instabile (deve essere distrutta), detonando verso i 200 °C. Alla temperatura di 13 °C congela diventando estremamente pericolosa, i cristalli al suo interno diventando sottili come aghi si spezzano facilmente (anche toccando la provetta) dando così il via all'esplosione; quindi è consigliabile lasciare che si scongeli da sola senza avvicinarsi.
È assai instabile: quindi per motivi di sicurezza non è mai usata pura, né trasportata, ma sempre mescolata con sostanze stabilizzanti e costituisce la base delle varie dinamiti.
La nitroglicerina, a piccolissime dosi (dell'ordine del milligrammo), è usata nella terapia dell'angina pectoris in virtù del suo effettocoronarodilatatore e venodilatatore.
Lo scopritore della nitroglicerina fu Ascanio Sobrero, che nel 1847 in Italia ripeté l'esperimento della sintesi di nitrocellulosa (che era stato effettuato, senza successo, nel 1845 dal chimico tedesco Christian Friedrich Schönbein) mise due gocce, questa volta di glicerina, in una provetta e la riscaldò, ma la piccola esplosione che ne scaturì durante l'esperimento danneggiò il laboratorio, così decise di interrompere gli esperimenti e non volle più saperne. Successivamente Sobrero riprese gli studi degli acidi e nel 1847 riuscì nella sintesi.
Sobrero, per esibire agli altri scienziati la consistenza della nitroglicerina, ne poneva una goccia su di un'incudine e la batteva con un martello, mostrando che questo, per lo scoppio, veniva lanciato via.

Nel 1867, Alfred Nobel scoprì che la nitroglicerina, miscelata con la farina fossile, avrebbe trasformato il liquido in una pasta che poteva essere plasmata in canne di dimensioni e forma idonea per l'inserimento nei fori di perforazione. Nel 1867 ha brevettato il materiale sotto il nome di dinamite. Quest'ultima è stata utilizzata in usi bellici, nelle cave, per demolizioni, e altro di consimile."

Per chi fosse interessato ad approfondire la storia delle mimetiche, propongo questo documento


lunedì 27 maggio 2013

L'uomo e il soldato

Fra i suggerimenti del Professor Marchis, quello che recita: "Find a personality who can become the testimonial of the blog theme", lo ritengo in assoluto il più arduo.
Certamente ci sono moltissimi nomi che hanno a che fare con la guerra, lo stesso Emilio Lussu ne è un vivido esempio. Il mio problema è stato trovare qualcuno migliore di un personaggio fittizio che molti conoscono. Alla fine ho deciso di parlare proprio di Lui. Sto parlando di Big Boss, uno dei personaggi principali della saga di videogiochi "Metal Gear", creata da Hideo Kojima.

Big Boss
Per chiunque pensi che la mia sia stata una scelta infelice, solo perché Big Boss è un personaggio di un videogioco, non posso fare altro che invitarlo a giocare ai titoli in questione con mente aperta e senza pregiudizi, in quanto molti giochi, ma questa saga in particolare, nascondono una profondità che molti altri mezzi di intrattenimento non possono raggiungere.
Per chi non lo conoscesse, Big Boss, il cui vero nome è John, è un soldato che ha combattuto innumerevoli battaglie. Addestrato dal soldato leggendario "The Boss", che fu per lui mentore e madre, il cui rapporto fu più profondo che quello fra uomo e donna, in una missione gli venne ordinato di ucciderla. 

The Boss e Big Boss
Dopo un travaglio interiore, che continuerà anche negli anni a venire, porta a termine la missione, e da allora viene conosciuto come Big Boss (precedentemente era conosciuto come Naked Snake).
Tralasciando, con mio sommo dispiacere, parti successive della sua vita (che vengono narrate in vari giochi quali Metal Gear Solid: Portable Ops e Metal Gear Solid: Peace Walker), passo direttamente al motivo chiave che mi ha portato a questa scelta. 

Big Boss è un soldato. Lo è sempre stato. Sarà a capo di un vasto esercito mercenario, con il quale sventerà molte catastrofi, come ad esempio lo scoppio di un nuovo conflitto di scala mondiale. Sarà un esempio per tutti i suoi soldati, la quale lealtà verso di lui sarà assoluta. Ma non è solo questo: anche la sua lealtà verso i suoi uomini sarà assoluta. Come un vero comandante, vedrà dietro ognuno di loro un uomo.
In guerra morire e uccidere sono atti normalissimi. I soldati si uccidono fra di loro, e sparando al nemico vedono solo un altro soldato. Ma uccidere un uomo è tutt'altra cosa. Quando finisce l'uomo e quando comincia il soldato?

A pag. 136 di "Un anno sull'Altipiano" Lussu racconta:

"Io facevo la guerra fin dall'inizio  Far la guerra, per anni, significa acquistare abitudini e mentalità di guerra. Questa caccia grossa fra uomini non era molto dissimile dall'altra caccia grossa. Io non vedevo un uomo. Vedevo solamente il nemico. Dopo tante attese, tante pattuglie, tanto sonno perduto, egli passava al varco. La caccia era ben riuscita. Macchinalmente, senza un pensiero, senza una volontà precisa, ma così, solo per istinto, afferrai il fucile del caporale. Egli me lo abbandonò e io me ne impadronii. Se fossimo stati per terra, come altre notti, stesi dietro il cespuglio, è probabile che avrei tirato immediatamente, senza perdere un secondo di tempo. Ma ero in ginocchio, nel fosso scavato, ed il cespuglio mi stava di fronte come una difesa di tiro a segno. Ero come in un poligono e mi potevo prendere tutte le comodità per puntare. Poggiai bene i gomiti a terra, e cominciai a puntare.L’ufficiale austriaco accese una sigaretta. Ora egli fumava. Quella sigaretta creò un rapporto improvviso fra lui e me. Appena ne vidi il fumo, anch'io sentii il bisogno di fumare. Questo mio desiderio mi fece pensare che anch'io avevo delle sigarette. Fu un attimo. Il mio atto del puntare, ch'era automatico, divenne ragionato. Dovetti pensare che puntavo, e che puntavo contro qualcuno. L’indice che toccava il grilletto allentò la pressione. Pensavo. Ero obbligato a pensare.Certo, facevo coscientemente la Guerra e la giustificavo moralmente e politicamente. La mia coscienza di uomo e di cittadino non erano in conflitto con i miei doveri militari. La guerra era, per me, una dura necessità, terribile certo, ma alla quale ubbidivo, come ad una delle tante necessità, ingrate ma inevitabili, della vita. 
[…] 
Perché non avrei, ora, tirato io sull'ufficiale  Avevo il dovere di tirare. Sentivo che ne avevo il dovere. Se non avessi sentito che quello era un dovere, sarebbe stato mostruoso che io continuassi a fare la guerra e a farla fare agli altri. No, non v’era dubbio, io avevo il dovere di tirare.E intanto, non tiravo.
[…] 
Bastava che premessi il grilletto: egli sarebbe stramazzato al suolo. Questa certezza che la sua vita dipendesse dalla mia volontà, mi rese esitante. Avevo di fronte un uomo. Un uomo!Un uomo!Ne distinguevo gli occhi e i tratti del viso. La luce dell'alba si faceva più chiara ed il sole si annunziava dietro la cima dei monti. Tirare così, a pochi passi, su un uomo... come su un cinghiale! Cominciai a pensare che, forse, non avrei tirato. Pensavo. Condurre all'assalto cento uomini, o mille, contro centro altri o altri mille è una cosa. Prendere un uomo, staccarlo dal resto degli uomini e poi dire: <Ecco, sta' fermo, io ti sparo, io t'uccido> è un'altra. È assolutamente un'altra cosa, Fare la guerra è una cosa, uccidere un uomo è un'altra cosa. Uccidere un uomo, così, è assassinare un uomo.
Avevo il fucile poggiato, per terra, infilato nel cespuglio. Il caporale si stringeva al mio fianco. Gli porsi il calcio del fucile e gli dissi, a fior di labbra:- Sai... così... un uomo solo... io non sparo. Tu, vuoi?Il caporale prese il calcio del fucile e mi rispose:- Neppure io."

mercoledì 22 maggio 2013

martedì 21 maggio 2013

Arte e storia della cartografia

Come molte sanno, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, gli stati europei avevano formato grandi alleanze, come possiamo vedere in questa mappa:



Inutile aggiungere quanto la cartografia, sopratutto in tempi di guerra, sia fondamentale. La mia collega Chiara Colucci, nel suo blog "La guerra e le sue tecniche" ha parlato molto esaustivamente del tema della cartografia in tempo di guerra, soffermandosi anche sul loro utilizzo come strumento di indottrinamento e coinvolgimento psicologico delle masse, il quale esempio può essere:

Un chiaro manifesto anti-Giapponese in lingua olandese stampato a Londra nel 1944.

Un riferimento alla cartografia lo si può trovare anche in "Un anno sull'Altipiano". Il riferimento lo possiamo trovare a pag. 27, quando Emilio Lussu, avendo parlato con un tenente colonnello circa la strategia da seguire, decide di tornare dal suo reggimento:

"La conversazione mi era interessante, ma la notte si avvicinava ed io non volevo rifare il cammino al buio. Avevo aperto una carta topografica e mi sforzavo di orientarla.
[...]
Poi, abbandonando l'osservatorio e con tono canzonatorio:
- Non si affidi alle carte. Altrimenti non ritroverà più il suo reggimento. Creda a me che sono un vecchio ufficiale di carriera. Ho fatto tutta la campagna d'Africa. Ad Adua abbiamo perduto, perchè avevamo qualche carta. Perciò siamo andati a finire ad ovest invece di andare ad est.Qualcosa come se si attaccasse Venezia invece di Verona. Le carte, in montagna, sono intelligibili solo per quelli che conoscono la regione, per esservi nati o vissuti. Ma quelli che conoscono già il terreno non hanno bisogno di carte."

Alla fine Lussu si perse davvero... 

Ma cos'è una mappa?
Secondo Merriam:
"A map is a graphic representation or scale model of spatial concepts. It is a means for conveying geographic information. Maps are a universal medium for communication, easily understood and appreciated by most people, regardless of language or culture. Incorporated in a map is the understanding that it is a "snapshot" of an idea, a single picture, a selection of concepts from a constantly changing database of geographic information"E ancora.."Old maps provide much information about what was known in times past, as well as the philosophy and cultural basis of the map, which were often much different from modern cartography. Maps are one means by which scientists distribute their ideas and pass them on to future generations"(Merriam, D.F. 1996. Kansas 19th century geologic maps. Kansas Academy of Science, Transactions 99:95-114. )


La cartografia è l'arte e la scienza di disegnare mappe. La più antica a memoria d'uomo risale al 2300 a.C. Il concetto di Terra sferica era già ben conosciuto dai filosofi Greci al tempo di Aristotele. La cartografia greca e romana ha conosciuto il suo punto più alto con "Clauduis Ptolemaeus" (Ptolemy, circa 85-165 d.C.). La sua "mappa del Mondo" comprende il la parte di globo conosciuta sino ad allora, che va dai 60°N ai 30°S di latitudine.


Scrisse anche un'opera monumentale, "Geographike hyphygesis", ossia guida alla geografia.

Da allora il concetto di mappa non si è evoluto molto, ma la precisione di queste ultime senza dubbio. Adesso possiamo contare su GPS e immagini del globo prese dai satelliti, ma è molto interessante informarsi di più sulla storia della cartografia.




mercoledì 15 maggio 2013

Il cibo in "Un anno sull'Altipiano"

In molte occasioni il cibo fa capolino tra le pagine di questo libro. Con mia sorpresa, però, si trovano molti più riferimenti al liquore, quale il cognac, piuttosto che al cibo vero e proprio.
Uno dei tanti riferimenti lo troviamo a pag. 38:

"Il colonnello si alzò. Il suo viso pallido si illuminò di un sorriso. Da un mucchio di carte, tirò fuori un libro. Me lo agitò di fronte agli occhi e mi chiese:
-Che libro è? Indovini. Che libro?
-Il regolamento sul servizio in guerra, - dissi io, senza convinzione, cercando di leggerne il titolo.
-Io, il servizio in guerra! Ma lei è matto. Indovini dunque.
Capii che si trattava di un libro attuale, in rapporto alla sua predilezione.
-Bacco in Toscana,- dissi.
-No, ma si avvicina.
-Anacreonte.
-No.
Io cercavo un altro nome di illustre bevitore. Il tenente colonnello mi mise la testata sotto gli occhi. Io lessi: L'arte di prepararsi i liquori da se stessi.-Capirà, - spiegò. - Con questa maledetta guerra in montagna, non possiamo trasportare con noi neppure due bottiglie. Così, io posso prepararne quante ne voglio. Lo so, c'è una bella differenza fra l'alcool distillato e quello in polvere. Ma meglio così che niente.
-Arte rara, - dissi io.
-Rara, - ripeté il colonnello. - Mi creda, vale l'arte della guerra.
A Monte Fior, il combattimento infuriava."

Ben lungi dalle situazioni che, a mio modesto parere credo tutti, ci siamo immaginati sin da bambini, studiando la Grande Guerra, il ritratto che l'autore ci trasmette è quello di comandanti ubriachi, incapaci di comandare. Dalle pagine di questo libro si evince quanto l'alcool, per molti soldati, sia stato il vero, e forse, unico carburante per quella tremenda guerra.

lunedì 13 maggio 2013

"Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu


Scritto nel 1936 e pubblicato da Einaudi nel 1945, questo libro è una delle maggiori opere della letteratura sulla Grande Guerra.
"L'Altipiano è quello dell'Asiago, l'anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un anno di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di <<ozio e sangue>>, di <<fango e cognac>>."
Questo è il libro che userò come "test rig". Lo analizzerò negli aspetti che mi interessano, quali, ad esempio, il tipo di razioni usate, le nuove tecniche di guerra dovute ad un tipo totalmente nuovo di armi e a ciò che i soldati si aspettano che verrà dopo la guerra. 


domenica 28 aprile 2013

Evoluzione delle razioni

Un aspetto fondamentale, ma spesso sottovalutato, di ogni guerra è il cibo.
Napoleona Bonaparte, in una data e in un luogo non ben definiti, disse la famosa frase: 

"C'est la soupe qui fait le soldat", un esercito combatte con il suo stomaco.

All'inizio della Rivoluzione Americana, le colonie sfamavano la propria milizia. Quando l'esercito divenne molto esteso, il problema di sfamare le unità divenne molto sottile e difficile. Poco dopo l'elezione a comandante in carica di George Washington, il "Continental Congress" creò la "Commissary General of Stores Provisions", incaricata di risolvere il problema. Joseph Trumbull, che si era distinto nell'aver sfamato la milizia del Connecticut , era stato scelto per portare a termine questo incarico. Le prime legislazioni sulle componenti delle razioni dell'esercito passarono il 4 Novembre 1775. Queste prime razioni, che erano ciò che i soldati potevano mangiare giornalmente, erano così composte:


l6 oz; beef                 6.8 oz.peas
18 oz. flour               1.4 oz. rice
16 oz. milk              .1830 oz. Soap
1 qt. spruce beer     .0686 oz. candle

A confronto con il nostro fabbisogno giornaliero queste razioni fornivano più calorie, il doppio delle proteine e un adeguata quantità di minerali e vitamine, ad eccezione delle vitamine A e C.

Da allora le razioni per i militari sono cambiate moltissimo, tanto che si potrebbe aprire una grandissima parentesi sulla "Storia delle Razioni".
Un punto focale ed importantissimo di questa evoluzione la troviamo nella conservazione del cibo. Come molti avranno notato, i paesi che godono di un clima più caldo sono caratterizzati da piatti tipici più speziati. Questo, ovviamente, non è un caso ed è riconducibile proprio al problema della conservazione del cibo, tema trattato anche dalla collega Francesca Lauta nel suo blog "Tecnologia e Cucina".

Per quanto riguarda la conservazione del cibo che mangiamo ogni giorno, non quello militare, anticamente veniva riposto in grandi stanze piene di ghiaccio, così da venir congelato e quindi preservato più a lungo. Questo processo richiedeva però tempo, così facendo l'acqua riusciva a sistemarsi e congelarsi in grossi cristalli. Come tutti sappiamo, quando l'acqua passa dallo stato liquido a quello solido, si espande. In questo modo riusciva a bucare dall'interno il cibo il quale, durante lo scongelamento, perdeva tutti i fluidi interni.
Clarence Birdseye notò che quando gli Inuit pescavano nei laghi ghiacciati, il pesce che prendevano si congelava quasi immediatamente. Giunto il momento di cucinarlo e mangiarlo questo risultava più fresco e più buono. Creò (e ne depositò il brevetto) una macchina che pressava piccoli pacchi fra placche di metallo raffreddate fino a -40°C.
Per chi fosse interessato questo è un video molto esplicativa e conciso sulla "Storia del Cibo Congelato"



Negli eserciti moderni, come ad esempio in quello vastissimo degli Stati Uniti, vengono preparati e consumati vari tipi di razioni. Un esempio può essere la "B-Ration", che viene preparato usato cibo speziato o a lunga conservazione. Un altro esempio è la "A-Ration", che viene preparato usato cibo congelato o refrigerato. Come è facile intuire, il punto focale delle razioni moderne è la conservazione.


mercoledì 17 aprile 2013

If it was a painting...

Se dovessi rappresentare il tema della guerra con un quadro, non esiterei due volte a mostrare "La Cara de la Guerra" (Il Volto della Guerra) di Salvador Dalì:


Dipinto del 1940, mentre il pittore risiedeva in California, questo quadro mostra un volto secco e senza corpo sospeso in un paesaggio arido e desertico. Attorno ad esso possiamo vedere dei serpenti minacciosi che sembrano volersi attaccare l'un l'altro. All'interno delle cavità di questo volto, ne troviamo altri  identici e non è difficile immaginare che ciò si ripeta all'infinito, tale è, infatti, l'atrocità della guerra. 
Questo quadro non rappresenta solamente, seppur brillantemente, l'atrocità della guerra che causa un eccessivo numero di morti e il nascere di nuovi rancori che inesorabilmente porteranno ad altre guerre, rappresenta anche, grazie al paesaggio arido, il nostro ipotetico futuro se dovessimo decidere di intraprendere un'altra guerra mondiale. 

martedì 9 aprile 2013

Abecedario


Come consigliato dal Prof. Marchis, ecco un Abecedario su tutto ciò che riguarda la guerra.

A come Atomica
Proprio come gli ordigni lanciati il 6 e il 9 Agosto dall'aeronautica militare statunitense sul suolo Giapponese. La realizzazioni di armi così devastanti e l'utilizzo delle stesse da parte degli Stati Uniti, cambieranno profondamente il corso della storia, non solo della guerra, ma tutto ciò che ci riguarda.



B come Baionetta
Arma da taglio montata nella canna del fucile, impiegate anche nella prima guerra mondiale la quale, essendo stata a differenza della maggior parte delle guerre precedenti, una guerra di “posizione”, causò la morte di milioni di soldati in combattimenti corpo a corpo


C come Cambiamento
Ogni guerra infatti, nel bene e nel male, porta sempre venti di cambiamento, venti che soffiano per ogni ramo della società, da quella economica a quella tecnologica.

D come Dolore
Ogni guerra ha il suo costo in vite umane e, in qualsiasi nazione, in qualsiasi parte del mondo, la morte di un caro non può che portare dolore, fino a quando non nascerà una società che dia più valore alla vita umana che non agli interessi bellici ed economici.

E come Estinzione
Dalla creazione e dallo sviluppo delle armi atomiche, l’estinzione della nostra specie o, nei casi migliori, della nostra civiltà, è divenuto un problema concreto. Paradossalmente questa paura è stato il miglior deterrente mai creato, e un chiaro esempio ne è la Guerra Fredda

F come Fredda
La già citata Guerra Fredda fu una guerra, definita tale, perché non venne sparato un sol colpo. Le tensioni che vi erano fra lo schieramento degli Stati Uniti e del blocco comunista, venivano risolti con competizioni in vari campi. Non dimentichiamoci che fu proprio questa competizione a portare i primi uomini sulla Luna.
(Per come vanno le cose negli USA al momento, temo che la NASA speri in una nuova guerra fredda con la Korea)

G come Gagarin
Jurij Alekseevic Gagarin fu il primo uomo ad andare nello spazio con la missione Vostok1. Era il 1961, ossia in piena Guerra Fredda.

H come Hitler
Non vi è bisogno di alcuna descrizione per un uomo, o meglio un mostro, così conosciuto.

I come Intesa
La triplice intesa fu un alleanza fra l’impero britannico, la terza repubblica francese e l’impero russo. Quest’intesa farà scendere in campo le già citate potenze europee, contribuendo a creare quella che sarà la Prima Guerra Mondiale

L come Lenin
Fu l’artefice della rivoluzione russa del 1917, quando l’impero Russo si trovava allo stremo delle forze, dopo aver affrontato una guerra disastrosa. Il primo Settembre dello stesso anno la Russia verrà dichiara Repubblica.

M come Morte
Onnipresente in ogni guerra, indebolisce e distrugge gli animi di chi lotta, rendendo i soldati sempre più vuoti e sempre meno umani.

N come Nanomacchine
Non è difficile immaginare che nelle guerre future verrano adoperate nanotecnologie per varie missioni. Da nanotecnologie di supporto ai soldati a nanotecnologia di distruzione dell’equipaggiamento nemico. Una tecnologia come questa, se usata nel modo sbagliato, porterà di sicuro venti di distruzione.

O come Otturatore
L’otturatore si trova in ogni arma da fuoco a retrocarica e serve per chiudere la culatta e resistere alla forza di espansione del gas al momento dello sparo

P come Provviste
Le provviste svolgono un ruolo fondamentale on ogni guerra. Servono anche a tenere alto il morale delle truppe. Negli ultimi anni si sono sviluppate provviste che possono essere mangiate anche molti anni dopo essere state inscatolate, rendendole così molto più utili e affidabili.

Q come QBZ-95
E’ un fucile d’assalto in uso nell’esercito popolare cinese.









R come Rinculo
Terzo principio della dinamica applicata ai fucili. Rappresenta la spinta opposta a quella del proiettile. Gli ingegneri che lavorano per progettare armi tengono ben presente il rinculo della stessa e con vari accorgimenti tentano di ridurlo il più possibile.

S come SALT
Strategic Arms Limitation Task ossia trattato per la limitazione degli armament strategici, firmato tra URSS e USA fra il ’69 e il ‘79

T come Trincea
La Prima Guerra Mondiale fu profondamente diversa da tutte le altre guerre prima di lei. Venne anche chiamata guerra di trincea. Nelle trincee le condizioni igieniche lasciavano a desiderare e ciò portava i soldati ad ammalarsi anche gravemente. Spesso questi ultimi dovevano condividere il loro spazio con compagni morti.
U come USA
Il paese che più di tutti ha ricavato profitti dalle guerre dello scorso secolo, diventando di fatto la prima potenza mondiale. Non è un caso che siano al primo posto per le spese militari con 663.255.000.000$ spesi ogni anno.
V come V2
Precursore dei più moderni missili balistici, fu utilizzato dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.










Z come Zar
Scacciati dalla Russia con la rivolta di Lenin, la loro corruzione e la loro estraneità alla realtà della Russia ha portato al collasso dello stesso durante la Prima Guerra Mondiale.

lunedì 25 marzo 2013

Premessa

L'evoluzione della guerra e di tutto ciò che ne deriva è facilmente riconducibile all'evoluzione tecnologica. Ciò ha portato nei secoli a creare armi sempre più devastanti e ingegnose. Con questo blog, e parallelamente alle lezioni di "Storia della Tecnologia" tenute dal professor Vittorio Marchis nel Politecnico di Torino, intendo fare un excursus che parte, seppur brevemente, dal mondo antico, passa per le due Guerre Mondiali e giunge fino ai giorni nostri, tenendo però un occhio di riguardo al futuro e a ciò che minaccia, o potrebbe minacciare, la sopravvivenza della nostra specie.